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 Folco Quilici all’Alfieri per presentare “Garfagnana”, il nuovo libro fotografico sulla nostra terra 

Un viaggio lungo le antiche strade di montagna. Un itinerario tra festività, non solo religiose, tradizioni, canti popolari, che scava nello spirito per ritrovare una dimensione antica: riscoprire se stessi, il passato comune, un rapporto diverso tra natura e viaggiatore. Le atmosfere del Serchio e dei conventi medioevali, le abbazie, le pietre, gli scorci meno noti e per niente stereotipati si alternano ai paesaggi, ai laghi, alle montagne che svettano a destra e a sinistra. Ecco i contenuti di Garfagnana, una terra dalle origini lontane dove il tempo scorre piano, ultima fatica editoriale che la Pacini Fazzi ha realizzato col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e, soprattutto, con la collaborazione di due autori di

eccezione: Cristoforo Feliciano Ravera per la parte scritta e storica e Gabriele Caproni per le fotografie. La presentazione del libro si terrà venerdì prossimo, 29 novembre, al Teatro Alfieri di Castelnuovo di Garfagnana alle 17,30: un evento aperto al pubblico, condotto e animato dallo scrittore e documentarista ferrarese, Folco Quilici, che negli anni ha affrontato il mestiere di fotografo della realtà con coraggio e dedizione.

La persona ideale, dunque, per tenere a battesimo una pubblicazione che combina l’amore per una terra alla capacità di indagarla e scoprirla ancora una volta, sotto una luce nuova, più intima e personale, tutta incentrata sull’aspetto naturalistico. Non è un libro fotografico. Non è un libro di viaggi. Né una guida turistica. Garfagnana, una terra dalle origini lontane dove il tempo scorre piano, è molto di più. E il tempo scorre piano davvero:

sfogliandone le pagine si percepisce il lento lavoro di montaggio, tra le belle panoramiche di Caproni e l’affascinante commento di Ravera, dove niente è lasciato al caso. È il corso del Serchio a tracciare il cammino:

partendo dalle sorgenti, sbirciando a destra e a manca, percorrendo in lungo e in largo le sedici comunità che compongono la Garfagnana per scendere giù, a valle, dove la Vicarìa, la Provincia riottosa ove soggiorna la sedizione, la Terra di confine, Terra di Parchi termina e con essa anche l’identità paesaggistico-culturale che la caratterizza. Qua è il paesaggio che parla in prima persona. Un paesaggio talvolta squisitamente naturalistico e talvolta umanizzato secondo quell’approccio rispettoso e sostenibile che è cifra della presenza dell’uomo nella Valle del Serchio. Un aspetto che ha particolarmente soddisfatto le aspettative della Fondazione Crl, come racconta il presidente Arturo Lattanzi che, insieme al sindaco di Castelnuovo, Gaddo Gaddi, sarà presente all’evento di venerdì prossimo.

“Parlare di origini lontane e di tempo che scorre piano – confessa Lattanzi

– suona come un invito a recuperare tempi più consoni all’apertura verso stimoli che provengono dalla nostra storia e dal nostro vissuto”. Dalle aspre pendici apuaniche alle dolci ascese dell’Appennino, dalle raffinate pievi romaniche alle ruvide murature a secco dei terrazzamenti: eccola la Garfagnana di Ravera e Caproni che respira attraverso le pagine di un libro.

Dove anche il silenzio, con le sue tonalità magiche, completa una medesima, struggente armonia”.

 


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