A Castelnuovo di Garfagnana ricordata la Festa della Toscana. con una conferenza al Teatro Alfieri. |
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Nella ricorrenza della XV edizione della Festa della Toscana, anche l’Amministrazione comunale di Castelnuovo di Garfagnana in collaborazione con l’Unione Comuni Garfagnana, e l’Istituto Superiore d’Istruzione Garfagnana, ha promosso mercoledì 25 al Teatro Alfieri il convegno ” La Toscana e gli Estensi: il codice estense e la riforma leopoldina, due innovativi documenti nel riordino del diritto”.
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Dopo i saluti dell’assessore Pier Luigi Raggi, che ha anche moderato gli interventi, e del dirigente scolastico dell’ ISI Garfagnana Carlo Popaiz, sono stati Angelo Spaggiari, presidente della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi e già direttore dell’Archivio di stato di Modena, e Giovanni Cipriani, professore associato di storia Moderna all’Università di Firenze, ad illustrare a studenti e cittadini, l’opera illuminata di due sovrani della seconda metà del 1700 che aprirono la strada alle successive conquiste civili e democratiche.
Il Granduca Leopoldo I, fu certo influenzato nella decisione dal giurista milanese Cesare Beccaria, figura di primissimo piano del movimento illuminista. L’abrogazione della norma in realtà durò solo quattro anni: fu infatti reintrodotta nel 1790 e definitivamente abrogata nel 1859 dal Governo Provvisorio Toscano che durerà fino alla nascita del regno d’Italia, ma la stagione di Pietro Leopoldo ha rappresentato, nel suo complesso, un momento storico di grandi riforme, un balzo in avanti per i diritti civili, ma anche un periodo che ha lasciato il segno indelebile nell’organizzazione dei comuni contribuendo a far crescere l’identità e l’autonomia degli enti locali, tratto distintivo della Toscana.
Oggi si auspicano le grandi riforme e la Toscana rappresenta il territorio che storicamente ha dato la spinta più forte in questa direzione e quindi un esempio attuale da seguire. Ma già nel ducato Estense, di cui la Garfagnana, ne fu fedele suddita, fu possibile assistere, ad opera di Francesco III, duca di Modena che regnò tra il 1737 e il 1780, ad un’opera di riordino del diritto vigente nel proprio stato. Anche nel piccolo ordinamento modenese ritroviamo infatti un quadro delle fonti normative complesso, privo di unità e contradditorio. L’energica opera del Duca riuscì ad avere la meglio su una situazione di drammatica incertezza dovuta alla presenza di vari ordinamenti applicabili alle diverse classi sociali del Ducato: così iniziata nel 1755 e attraverso due “Deputazioni”, oggi diremmo commissioni, si arrivò il 26 aprile 1771, alla promulgazione del “Codice di leggi e costituzioni per gli stati di S.A.S.” meglio denominato Codice Estense. Il Duca si era proposto così di raggiungere uniformità e “certezza del diritto”, ciò che si rivelava il problema più sentito dagli operatori del diritto come dall’opinione pubblica. Indubbiamente passi in questo senso furono fatti con una forte semplificazione del quadro delle fonti e una limitazione ai privilegi di certi ceti sociali.
Ricordare e sottolineare così l’alto valore di questa ricorrenza non è stata solo un’ evocazione di un avvenimento storico coincidente con l’abolizione della pena di morte e della tortura nel 1786 ad opera di Pietro Leopoldo ma anche una rappresentazione e riflessione sui diritti dell’uomo e della pace.
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